Nel giugno 2022 l’Arci ha lanciato «Essere Moltitudine», una indagine su Spazi Culturali di Comunità, dentro e fuori dall’Arci, per comprendere le trasformazioni e il rinnovato ruolo dei circoli e delle associazioni di promozione sociale all’interno delle comunità.
L’indagine è realizzata con il contributo e la direzione scientifica di cheFare, agenzia per la trasformazione culturale, con la quale collaboriamo da diversi anni, e in partnership con Dice, piattaforma di informazione e ticketing per gli eventi di musica dal vivo.
L’Arci è sempre stata un contenitore molto ampio di pratiche associative dove creatività, arte e conoscenza hanno sempre avuto un ruolo molto importante con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità delle quali i circoli Arci sono spesso al centro.
Negli ultimi anni abbiamo anche intrapreso un percorso di riflessione e approfondimento sui temi della rigenerazione urbana e dei processi culturali innovativi che l’associazionismo, la cittadinanza e le istituzioni mettono in campo per ridefinire gli ecosistemi urbani, combattere le disuguaglianze, ripopolare i paesi, ricucire le relazioni.
Gli Spazi Culturali di Comunità sono luoghi multidisciplinari, dove le attività svolte sono tantissime, da quelle artistiche a quelle educative: questo sottolinea la dimensione totale dello spazio culturale, nel senso che attorno ad una tematica, è proposta un’ampia quantità di attività che danno allo Spazio sia una vocazione educativa che ricreativa, con un’attenzione crescente al “contemporaneo” declinato sia nella dimensione artistica che in quella più legata alla conoscenza del “reale”, delle dinamiche sociali dell’oggi.
Sono Spazi di Comunità perché, pur essendo soggetti economici che organizzano risorse e persone per raggiungere i loro obiettivi, sottolineano con forza la loro dimensione non proprietaria dove la partecipazione popolare nella proposta e nella organizzazione delle attività, è una caratteristica fondamentale.
Per rafforzare e valorizzare la loro esistenza messa a dura prova in questa fase storica, oggi è necessario definire con maggiore attenzione la galassia eterogenea di questi Spazi, che siano già nella rete Arci o che vogliono capire meglio come interagire con essa.
La rilevazione, terminata il 31 ottobre 2022, ci darà modo di realizzare con cheFare una ricerca che presenteremo prima della fine dell’anno insieme al nostro partner Dice e all’agenzia di comunicazione FF3300.
Insieme a comunità, organizzazioni e istituzioni cheFare crea le nuove forme di impatto culturale: sviluppa progetti, costruisce strategie e guida i dibattiti per trasformare l’esistente.
Nasce nel 2012 con il Premio cheFare, che nel corso di 3 edizioni ha stanziato 350.000 euro per 5 progetti culturali innovativi. Dal 2014 cheFare è un’agenzia per la trasformazione culturale che opera in Italia e all’estero con ricerche, public program, iniziative di arte pubblica, laboratori territoriali, valorizzazioni di archivi storici, accompagnamenti strategici per le organizzazioni.
Con l’Almanacco, il magazine di cheFare, che ogni giorno pubblica articoli da un gruppo selezionato di ricercatori e operatori culturali, cheFare guida il dibattito sull’innovazione sociale. Ogni anno pubblica libri e rapporti di ricerca in collaborazione con le principali case editrici e centri studio di settore.
Fondata a Londra nel 2014, DICE.fm ha trasformato il modo in cui i fan scoprono e acquistano i biglietti per eventi dal vivo in tutto il mondo.
Da A$AP Rocky a BICEP, da Olivia Rodrigo a Primavera Sound Festival, dagli artisti emergenti alle star mondiali, DICE lavora con i principali artisti e promoter e le location più rinomate al mondo.
Oltre a un'offerta musicale di tutto rispetto, DICE.fm offre ai fan una vasta proposta di eventi artistici e culturali. L'app è altamente personalizzata per ogni fan, con una funzione "Scopri" che consiglia concerti ed eventi imminenti su misura per loro. Mobile-first, l'app blocca i bagarini e protegge i fan.
DICE.fm è live in Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Italia, Germania, Spagna, India e Australia.
Moltitudine
s. f. [dal lat. multitudo -dĭnis, der. di multus «molto»].
1. Gran quantità, gran numero di persone, animali o cose, riuniti insieme:
una m. di gente, di dimostranti; la banda avanzava seguita da una m. chiassosa di ragazzini; una m. di formiche, di mosche, di cavallette; una m. confusa di suoni, di voci; la Galassia non è altro che moltitudine di stelle fisse (Dante); spesso in tono enfatico o scherz.: ha una m. di figli, di parenti; era assediato da una m. di creditori, di belle ragazze. Meno com., grande quantità di cose astratte : avere una m. di guai, di noie, di preoccupazioni. Anche, insieme di persone, e più raram. di cose, unite da una caratteristica comune e considerate nel loro complesso: la m. dei poveri, dei diseredati, degli infelici; in altri luoghi la serenità ordinaria del cielo è compensata dalla frequenza dei terremoti, dalla moltitudine e dalla furia dei vulcani (Leopardi). Con uso assol., folla di persone riunite: parlare alla m. o alle m.; nella piazza s’era raccolta una m. minacciosa; le grida, le acclamazioni della m.; aizzare la m.; spesso con sign. più astratto e tono spreg. (con uso analogo a massa): disprezzare l’opinione della m.; distinguersi, uscire dalla m.
2. Anticam., seguito da un sostantivo al sing., abbondanza, grande quantità non numerica
(corrispondente quindi all’astratto di molto): m. di sangue, di pianto, di pioggia; chi dirà che fosse sanza divina inspirazione, Fabrizio infinita quasi moltitudine d’oro rifiutare ...? (Dante).
Fonte: TRECCANI
Per noi la parola “moltitudine” è una parola che ha una valenza duplice:
→ ci parla del sentirsi parte di qualcosa, di riconoscerci in una pluralità, di provare un senso di appartenenza;
→ allo stesso tempo fa riferimento alla relazione con l’alterità, all’incontro e al confronto.